Miniera del Ginevro

La Miniera del Ginevro, è l’unico giacimento sotterraneo dell’isola d’Elba e la più grande miniera sotterranea di magnetite d’Europa. La magnetite è il miglior materiale che si possa utilizzare nell’industria siderurgica, e rappresenta un ossido contenente la più alta percentuale di ferro.

Il Ginevro racconta la storia più moderna delle miniere elbane, dove grazie alle nuove tecnologie si riesce ad esplorare nuovi angoli della montagna. Negli anni 30, cominciano i primi scavi a cielo aperto ed i primi tratti di galleria sopra il livello del mare che raggiungono anche gli 80 metri.

Nel 1960 iniziano gli scavi nel cuore più profondo della miniera, con una discesa che supera i 350 gradini scavati nella dura roccia fino a raggiungere i -24 ed i -54 metri sotto al livello del mare, dando inizio all’avventura sotterranea.

Vengono fatte esplodere tonnellate di dinamite, e nel buio della miniera, i minatori (cavatori), circondati da polvere, rumore e poca luce riescono a conquistare un metro al giorno aiutati anche dai più moderni martelli perforatori ad aria compressa. Dopo l’esplosione la galleria viene sgombrata con le pale meccaniche, viene pulita la parete e messa in sicurezza per continuare a scavare il prossimo metro, fino a raggiungere 7 chilometri di strade sotterranee che distinguono la miniera del Ginevro.

Dopo anni di duro lavoro, preparato lo scheletro delle gallerie, inizia la costruzione del pozzo per il cestello di estrazione, che da una superficie di 54 metri raggiunge il punto più profondo della miniera a -91 metri sotto il livello del mare che servirà a portare alla luce tonnellate di minerale. Nel 1970 inizia lo sfruttamento intenso della miniera, che lascerà enormi voragini, con fori lunghi anche 20 metri grazie alle potenti macchine perforatrici e all’uso fino a 500 kg di esplosivo per volta.

Nel 1981 il cantiere era in grado di portare in superficie 100 tonnellate di minerale all’ora, dove il materiale passava dalla laveria, grazie al nastro trasportatore, dove dei grandi elettromagneti separavano la parte sterile da quella ferrosa, per poi essere caricato sulle navi mercantili ed essere trasportato agli stabilimenti siderurgici di Piombino, Taranto, Bagnoli e Genova per essere trasformato in ghisa ed acciaio.

Nel 1981, dopo circa 10 anni di intenso sfruttamento, la miniera chiude a causa della concorrenza dei paesi in via di sviluppo, e le tonnellate di Magnetite rimaste nel cuore della miniera sono oggi una riserva nazionale strategica.

Oggi i cancelli della galleria maestra hanno aperto i loro battenti ai turisti delle Miniere, curiosi di visitare questo luogo storico grazie alle visite guidate organizzate.

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