Stile di Vita

L'Imperatore Napoleone Bonaparte durante il suo esilio durato 10 mesi all’Elba, si alzava molto presto la mattina, faceva colazione e poi tornava nuovamente a letto, per poi lavarsi, vestirsi e fare una consueta passeggiata a cavallo. Al rientro dalla passeggiata dava udienza ai visitatori che figurano sulla lista preparatagli da Drouot o Bertrand.

Consumava a mezzogiorno un pasto semplice, spesso ricco di verdure e dopo pranzo, si ritirava a leggere nella sua biblioteca dove figuravano soprattutto trattati di agricoltura dove particolare attenzione riservava alle vigne ed ai vini elbani e uno studio sullo sfruttamento ed ottimizazione delle miniere. Nel pomeriggio, passava molto tempo nella vasca da bagno, immerso nell'acqua molto calda. Tra le 16:00 e le 17:00 iniziava il suo giro di visite e ispezioni nel resto dell'isola e spesso rientrava con il suo canotto. La cena era prevista alle 18:00 con Madame Me're e con la sorella Pauline (Paolina), che lo raggiungerà però solo a metà mese di novembre. Spesso a cena aveva degli invitati, membri della sua piccola corte, visitatori, talvolta il colonnello Campbell, commissario inglese incaricato di sorvegliarlo e la serata si concludeva generalmente con una partita a carte con la madre e i pochi intimi.

Il dottor Foureau de Beauregard lo visitava ogni mattina. L'Imperatore soffriva infatti di attacchi di vomito e di eruzioni cutanee a cui non dava gran peso. La popolazione è affascinata dal nuovo sovrano e dal suo intenso attivismo. Napoleone infatti durante la sua permanenza sull’isola, si occupa di tutto, dai cani randagi, all'igiene pubblica, fino alla costruzione di nuove strade che permettano il passaggio delle carrozze.

Nelle sue scuderie ci sono 10 cavalli da sella, 48 da traino e  27 vetture diverse. Accompagnano l'Imperatore nelle sue sortite 5 uomini armati a cavallo. Come residenza estiva verrà riadattata una casa nella vallata di San Martino (Villa San Martino), nelle vicinanze di Portoferraio ma, a causa del clima troppo caldo, Napoleone vi soggiorna solo nei periodi più freschi.

Il clima di Montagna si rileverà per lui più salubre e nel Santuario della Madonna del Monte, riceverà con discrezione l’amante Maria Waleska e suo figlio, giunti sull'isola per pochi giorni. Napoleone, che non è nella posizione di inimicarsi il suocero Imperatore d'Austria, spera sempre invano in una visita all’Elba dell’amata Moglie Maria Luisa.

In attesa di una pensione che non arriverà mai, l'Imperatore può contare solo sulle magre entrate dell'isola. Il suo progetto di creare degli altiforni all'Elba, si rivelerà impraticabile. In compenso si approprierà del ricavato delle miniere, che era ad appannaggio della Legion d'Onore. Riscuotere le imposte dovute dai sudditi elbani non è facile. Nel caso del comune di Capoliveri ci vorrà l'intervento dei militari. Al momento della partenza le sue riserve personali sono notevolmente diminuite e lascerà molti debiti e il ritardo o il mancato pagamento delle paghe saranno causa di disordini e diserzioni tra i soldati, alcuni dei quali verranno puniti con il confino a Pianosa che Napoleone tenta di colonizzare.

Il mantenimento dell'esercito è oneroso ed è giustificato solo dalla paura di un rapimento per mano dei suoi molti nemici. Ai granatieri della Guardia e ai lancieri polacchi viene aggiunto un battaglione franco, reclutato sul posto, e un battaglione corso. Sono delle truppe raccolte in fretta e con fatica, poco più di mille uomini indisciplinati ma ben armati che costeranno un milione di franchi. Ad essi si aggiungeranno gli ufficiali isolati che per nostalgia vengono a sollecitare un impiego, come il generale Boinod, completamente sordo, che verrà nominato ispettore generale delle riviste.

Lo stato maggiore di Napoleone è composto da Bertrand, ministro dell'Interno e degli affari civili, da Drouot governatore dell'isola, mentre Cambronne è il comandante della Guardia. Ogni decisione però è presa dall'Imperatore in prima persona. Al porto di Portoferraio conoscerà un'insolita animazione, l'afflusso di forestieri che desiderano conoscere l'Imperatore infatti è notevole, gran quantità di mercanzie e viveri sono necessarie per il sostentamento della corte e dei militari e di questa fiorente economia gli abitanti di Portoferraio potranno trarne profitto.

Alla piccola flotta preesistente Napoleone aggiunge un brigantino, l'Incostant e un canotto appartenente alla fregata Undaunted. Vengono requisite due feluche, addette alla sorveglianza delle miniere di Rio, ribattezzate La Mouche e L'Abeille. Un piccolo bastimento, mai consegnato, fu ordinato ai cantieri di Marciana e più tardi fu acquistato uno sciabecco, l'Etrusco, ribattezzato poi L'Etoile. Per vari motivi ci fu una certa difficoltà a trovare i marinai sufficienti per la piccola flotta: parte di essi vennero dalla vicina Capraia e altri perfino dalla Liguria. L'Imperatore si comporta come se dovesse restare all'Elba ma, avvisato che il Congresso, radunato a Vienna dal 1° di novembre, si propone di confinarlo altrove, inizia a meditare la fuga, confidando, una volta sbarcato in Francia, nell'aiuto dell'esercito che in gran parte gli era rimasto fedele. Con grande cautela a causa delle spie che lo sorvegliano, Napoleone comincia così ad organizzare la sua partenza dall'Elba.

Casetta Drout

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Madre Letizia

Madre Letizia

Sempre al fianco del figlio durante il suo percorso glorioso, lo raggiunse anche durante l'esilio all'Elba.

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